Se la crisi ci fa tornare a mangiare locale, ben venga la crisi!

Non sono solo più i consumatori a preferire prodotti locali per quanto riguarda le scelte alimentari, sarà la crisi, sarà la voglia di riscoprire un modo di mangiare a km0, ma anche gli operatori professionali, ristoratori in primis, scelgono di offire ingredienti locali, nazionali.
Il bello è questo trend riguarda anche le produzione industriale: le materie prime sono sempre più cercate localmente. Come ad esempio sta facendo il birrificio che ha in mano le licenze per Amstel e Alpha, due brand potentissimi in Grecia. O Minerva, che commercia con estremo successo un burro old-style secondo ricette locali vecchie di secoli.
O ancora Barilla, che tramite la sua controllata Misko, ha appena lanciato una linea di pasta di grano duro incentrata sulla “tradizione”, e su tipo di pasta di diffusione reginale e vecchie di secoli.
E gli esempi potrebbero continuare, interessando più categorie professionali: dal catering al hotellerie, il trend è offrire greco e locale, sulle orme della tradizione. E quello che è ancora più interessante da far notare è che il prezzo sembra essere un fattore secondario.
Sperando non siano solo brutali operazioni di marketing, ma scelte di mercato motivate anche da una reale convinzione che le nazioni mediterranee, Italia compresa, debbano essere sempre più autonome dal punto di vista alimentare.
La gente per la qualità spende, vuole far vivere le proprie ricette locali sopratutto nell’alimentare. Un dato che ci fa sorridere, e sperare che sempre meno burro danese, o pomodori cinesi, vengano importati da noi, inquinando con i trasporti e stravolgendo la produzione locale.