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La rabbia

La rabbia

Pantelis Kapsis scrive sull giornale greco To Vima:

Dopo un anno di austerity, il paese è ancora esposto al rischio di fallimento, agli attacchi degli speculatori e alla sfiducia dei partner europei. I cittadini sono esasperati, ma il cambiamento sembra impossibile.

La maggior parte dei greci è in preda alla rabbia. Rabbia contro i politici, “che se ne sono fregati di noi” e hanno lasciato che il paese sprofondasse nella situazione attuale proteggendo i loro interessi attraverso la corruzione, il nepotismo e lo sperpero del denaro pubblico.

Rabbia contro i politici, che da troppi anni vedono gli scandali scoppiare uno dopo l’altro senza fare niente, senza che nessuno sia condannato, come se facessero parte di una cerchia cui è garantita l’immunità assoluta.

Rabbia contro i politici, che senza pagarne le conseguenze incoraggiano il grande inganno di un’economia che sembra voler far pagare quelli che producono proteggendo gli approfittatori che vivono del denaro pubblico o vendono fumo.

Rabbia contro il governo socialista, che in questo periodo di crisi non si è dimostrato all’altezza delle attese del popolo e non è stato capace di far capire la reale portata del problema. Si abbuffano e restano immobili davanti ai problemi che dovrebbero risolvere.

Rabbia contro l’opposizione conservatrice, che con il paese sull’orlo dell’abisso continua a vendere false promesse e va in pezzi in un crescendo d’irresponsabilità. Rabbia forse anche contro la sinistra, che ha scelto la via più semplice del “no a tutto” senza proporre alcuna soluzione.
Potremmo chiederci perché, se siamo così tanto in collera, non cambiamo i nostri politici. Ma la realtà non funziona in questo modo. A restare immutata e immutabile, da anni, è l’impossibilità di qualsiasi cambiamento e modernizzazione del nostro sistema politico, e con essa la ripetizione degli stessi problemi e degli stessi comportamenti. Ora e sempre.

La collera dunque rimane, e diventa il peggior consigliere. In molti capiscono che i sacrifici sono inevitabili. Ma ancor più numerosi sono coloro che, anche se in fondo sono d’accordo con le misure di austerity, sperano che giustizia sia fatta e che alla fine i responsabili pagheranno. Sono gli stessi che puntano il dito contro l’ex primo ministro Costas Karamanlis.

Che lo si voglia o meno le due anime della Grecia coesistono, e l’una non può essere il pretesto per dimenticare l’altra.
Traduzione di Andrea Sparacino

Presseurop.eu