Porto Heli
Porto Heli per noi è la casa di Georgios
Georgios è nato nel nord della Grecia, in Macedonia. Come tantissimi suoi conterranei, e come il papà di Katerina, durante la junta militare degli anni 70 si trasferì in Svezia. Identitari e orgogliosi come sono, i greci “scandinavi” crearono una piccola comunità, dove potersi incontrare dopo il lavoro, festeggiare, ballare e farsi travolgere di nostalgia per la patria lontana a colpi di musica laika.
Una di queste sere, Georgios, tra una canzone e l’altra, ha conosciuto il papà di Katerina, e magicamente ha conosciuto anche la sua futura moglie, una giovane greca della diaspora anche lei. Di Porto Heli, appunto.
E Porto Xeli (si scrive anche così), angolo di Peloponneso diverso da tutti gli altri, da qual momento è rimasto un punto fermo della loro vita. Ogni vacanza, ogni festa. Ogni Natale e ogni Pasqua. E poi di nuovo in Svezia a lavorare e risparmiare, fino al tempo del ritorno definitivo. Georgios e Georgia (nomen omen!) un giorno hanno detto basta alla Scandinavia e deciso di dedicare tutti se stessi a Porto Heli. Partendo con una piccola pensioncina, costruita da zero proprio dietro il lungomare, e riempiendola con le visite di amici e parenti ogni volta che il calendario segnava vacanza.
OPERAIA E MILIARDARIA, PORTO HELI È UNICA
Ma che posto è Porto Heli? Ha un afflato speciale, uno zic dell’anima diverso dagli altri. Così sembrano pensarla perlomeno anche i milionari greci, quegli armatori che appartengono al famoso 1% e che hanno deciso di ritrovarsi tutti qui, nel loro ellenico cerchio magico. Che contrasto con il retroterra operaio di Georgios, che ha fatto la sua piccola fortuna come cameriere! Porto Heli vive su questi piani paralleli. L’elite da un lato, la quotidiana umanità dall’altro. E se nella vita reale questi mondi non si incontrano mai, qui si aiutano l’uno con l’altro. Se l’ospedale di Kranidi ha ambulanze sempre nuove, è solo grazie ai suddetti “paperoni” e non certo allo stato. Chi crede allo stato, ormai?
La mattina, dicevamo, li vedi atterrare sui loro aeroporti privati. Vedi i loro yacht, giocattoli di carta rispetto alle petroliere che possiedono.
PICCOLI PIACERI
Noi che di milionarie abbiamo solo le utenze RID, possiamo comunque permetterci Porto Heli. Anzi, sfidiamo chiunque a mangiare una pizza migliore di quella che abbiamo mangiato qui. Con 10 euro si compra il biglietto della felicità al gusto di quattro formaggi (tessera tiriá in greco). Oppure basta mettersi le scarpette e correre una serie di ripetute tra campi e spiagge, magari più forte del solito perché è tutto piano. O fare due chiacchiere con il fornaio la mattina: è figlio di una coppia come la nostra, metà greco e metà inglese. Odia Londra.
PELOPONNESO DI SPIAGGE E CULTURA
Le spiagge di Porto Heli poi, vi chiederete come sono. Ce sono tante quante ne si vuole. E sono perfino sabbiose e cristalline. Di escursioni c’è il famoso imbarazzo della scelta: si va a Monemvasia, con le isole del golfo Saronico così vicine si va Spetses, si va a Hydra. Tutto in giornata. Oppure si va a scoprire il sonnacchioso porto di Ermioni, o ancora si prende il delfino volante per una gita a Poros e Galatas, una Grecia che si specchia sull’acqua e che sembra respirare aria dalle branchie e non dal naso.
Questa cittadina renderà contenti anche gli aspiranti professori. Epidauro e Micene sono proprio in zona, come pure una delle cittadine più belle di tutta Grecia, e se per quello anche la sua prima capitale, e niente-po-po-di-meno-che il capoluogo di questa provincia, Nafplio.
PORTO HELI È FACILE DA RAGGIUNGERE
Fino a qui si viene in macchina, il che è una bella comodità. Questa la strada da seguire dall’aeroporto di Atene secondo Google Maps.
Siamo felici di aver conosciuto Georgios e felici che il suo destino gli abbia fatto incontrare Georgia di Porto Heli. È un onore aver fatto parte della loro vita non sapete quante volte ci siamo ritrovati nella loro vita.