Pireo
Pireo means Knock Out!
Regola numero 1: Mai confondere il Pireo con Atene. Regola numero 2: Non parlare mai del Pireo come fosse Atene. Regola numero 3: Se qualcuno si accascia, è spompato, grida basta, fine del combattimento. Capire il Pireo è una sfida: non è un posto per educande. Non è solo un porto, piuttosto la sua essenza, tra signorine di buoni costumi, fumaioli di traghetti, scaricatori, taxisti e valigie. Strade dai personaggi poco raccomandabili e altre dove respirare la bella vita, inebriandosi di musica e di brezza di mare. Abbiamo addirittura scomodato Fight Club e Tyler Durden, in assoluto il film preferito di Andrea, non per caso. Il Pireo è unico, e non si può davvero capire la Grecia senza confrontarsi con l’anima rude e combattente del suo porto principale. Allora credeteci, in un modo o nell’altro, vi metterà al tappeto.
Olympiacos, sodalizio indissolubile
Il Pireo è dunque un porto ma c’è qualcosa di più profondo che si aggira tra le banchine. C’è un club che si è fatto religione, così tanto da delineare profondamente l’anima e l’identità di un luogo e della sua gente. Insieme sono una polisportiva, una città, una fede. L’uno senza l’altro non possono semplicemente esistere. Il Pireo è l’Olympiacos e l’Olympiacos è il Pireo. E allora non c’è sport che l’Olympiacos non giochi e dove i ragazzi dalle magliette a righe biancorosse non siano a partecipare. Calcio, basket, pallanuoto o volley che sia, L’Olympiacos difende in tutto il mondo il nome del Pireo. E non è mai da solo. Fosse anche per un torneo di ping pong in Cina, i suoi tifosi sarebbero lì, a sostegno. “Eisai sto mialo kati magiko”, cantano ipnoticamente. “Sei qualcosa di magico nella mia mente”. Una litania, un’ossessione, che parte dal Gate 7 e arriva sino alla nonnina tutta poltrona e televisione. Che prepara un caffè e ama sentire al giornale le vittorie dei suoi ragazzi. Ed è fiera di appartenere ad una comunità unita che si rispecchia nei propri eroi.
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Il porto del Pireo 🚢
L’economia non si nutre solo di sport e appartenenza. Il porto del Pireo non è infatti solo il porto più importante della Grecia, seguito a grande distanza da quello di Salonicco, ma anche uno maggiori d’Europa e la porta d’ingresso fondamentale nel continente per le merci in arrivo da Cina & company, la manifattura del pianeta. Dando un pò di numeri, per il traffico di container il Pireo è il 41° porto al mondo. Come viaggiatori, nel 2014 ne ha trasportato oltre 18 milioni. Cifra che ne ha fatto il più largo porto passeggeri d’Europa, performando bene anche per il trasporto di vetture, tir e pullman turistici. Il porto del Pireo è anche un importante polo crocieristico, con oltre 1 milione di presenze.
Insomma, soldi e interessi e un pizzico di geopolitica al Pireo sono di casa. Non a caso il futuro e il presente parlano cinese. COSCO (China Ocean Shipping Group), detiene il 51% delle quote del porto, che vuole trasformare nel principale punto di approdo europeo dell’ambizioso progetto OBOR. OBOR sta per One Belt One Road ed è l’acronimo che indica la Nuova Via della Seta che rivoluzionerà il mondo di domani, sia dal punto di vista politico che finanziario. La nascita – o se vogliamo rinascita – dell’Eurasia passa anche dal Pireo e Atene. Speriamo anche l’Italia si agganci al treno, e diventi uno snodo importante del progetto più ambizioso di questo secolo.
Una storia antica, dai tanti nomi
Per proiettarsi nel futuro è necessario conoscere il passato, ricordare i propri punti di forza e le debolezze. La storia del Pireo, vecchia di quasi tremila anni, in questo senso ne ha da insegnare. Una storia fatta di dominazioni, invasioni, saccheggi, basi navali e commerci: il destino di ogni posto di passaggio, che è poi il significato a grandi linee del suo nome.
La chiesa di Agios Nikolaos
La storia del Pireo non è sempre stata lineare, ma fatta di alterne fortune, decadenze e cambi di nome. Durante l’occupazione ottomana, ad esempio, si chiamava Porto Leone ed era quasi deserto. Il nome le venne dato dall’imponente statua al suo ingresso e fu tradotta in turco Aslan Liman. Altro soprannome, ben più misterioso che venne affibbiato al Pireo, è quello di Porto Drako: porto del mostro. Oggi sembra impossibile da immaginare, ma a quei tempi l’Attica era una zona periferica dell’Impero dei Sultani, commercialmente ben poco importante. Costantinopoli (Istanbul) era lontana, e gli ateniesi non abitavano ancora in massa da queste parti. Fu solo dopo il 1832, quando Atene divenne ufficialmente la capitale del moderno stato greco, che Porto Leone riprese il suo nome storico e il Pireo divenne ciò che conosciamo adesso.
Gente di mare
C’era un porto da ricostruire quasi da zero. Pensate che gli abitanti stabili nel fatidico 1832 erano solo 300! Nel 1893, con l’apertura del Canale di Corinto e della ferrovia Atene-Pireo, l’attrattività del Pireo era ormai totale. Nel frattempo arrivarono migliaia di lavoratori, specie di provenienza dalle isole greche, che sono qui ma che hanno mantenuto uno stabile legame con la loro terra di origine. I pireoti sono isolani dentro, è raro ancora oggi trovare un abitante del posto che non abbia legami di parentela in una delle isolette che amiamo tanto. Il richiamo dell’Egeo è troppo forte. La mappa sociale si completò durante la grande catastrofe del 1922, quando la Grecia perse Smirne e l’Asia Minore. Al Pireo si rifugiarono in massa i superstiti, e la popolazione esplose definitivamente, sino a superare le 250mila unità diventando la terza città della Grecia, seconda solo ad Atene e Salonicco.
Mai di domenica: i ragazzi del Pireo
“Never on Sunday” è un pezzo che negli anni 60 ha fatto la storia, diventando un vero classico della musica greca contemporanea. Il suo titolo originale greco è “Ta Pediá tou Pireá” – i ragazzi del Pireo appunto. Si tratta di una canzone popolare scritta da Manos Hatzidakis e resa celebre da Melina Mercouri nel film omonimo, da noi tradotto in Mai di Domenica. Il pezzo ha vinto l’Oscar per la miglior canzone originale nel 1960, una prima assoluta per un film in lingua straniera. La trama è semplice: è la storia di Illya, una donna che fa della felicità la sua bandiera e che canta con amore della sua vita al Pireo (“Se scruto il mondo / non troverò nessun altro porto / che abbia la magia / del mio porto del Pireo”). Dei porti, si sa, marinai e prostitute hanno scritto la storia e Ilya così si guadagnava la vita. Sino a che un bel giorno… La vita le offrirà un riscatto inatteso, come sempre succede a chi ha la positività di andarselo a cercare!
La canzone è talmente famosa che è stata tradotta in più lingue, e vale la pena raccontarla in poche righe, lo abbiamo fatto nella pagina principale in cui raccontiamo per filo e per segno dell’anima del Pireo.
Come muoversi
Raccontata l’anima del Pireo, la voglia adesso è quella di buttarsi a capofitto nelle cose pratiche, guardarsi intorno, spostarsi, capirne l’orientamento. E allora chiunque deciderà di dedicare parte della propria vacanza in Grecia in questo affascinante porto si troverà immerso in un ambiente urbanizzato all’ennesima potenza. Ogni centimetro è letteralmente ricoperto di asfalto, strade, negozi, vite umane. Quello del Pireo è un tessuto sociale così ricco che in Grecia non si può incontrare altrove! Non ci sono solo i locali, qui infatti vengono a svernare, oppure hanno parenti o una seconda casa, tutti gli isolani delle mille e più isole greche. Nessuna esclusa. Il loro mantra è che “si vive una vita difficile laggiù”. Quante volte ce lo siamo sentiti ripetere. Comunque sia, questa vibrante confusione va vissuta a piedi, sarebbe stupido altrimenti. I luoghi di interesse più importanti sono a portata di una più o meno lunga passeggiata, e quando e se le gambe chiedessero pietà c’è solo da salire sul primo autobus per tornare indietro. Mettersi alla guida della propria macchina (abbiamo sperimentato) è un piccolo incubo fatto di semafori, sensi unici, motorini e code continue. In ultima istanza, contando quello che costa il taxi (poco), al limite consigliamo di usarlo anche per brevi distanze. Ci porterà a destinazione senza stress e senza panico di trovarsi accaldati nel dedalo delle viuzze pireote. Ma attenzione perché la categoria è infida, purtroppo.
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Orientarsi al Pireo non è difficile
Chi non è mai stato al Pireo se lo immagina enorme. Conseguentemente, l’idea è che sia terribilmente complicato orientarsi e trovare il molo giusto da cui partire. In realtà non è così e una volta capito come è strutturato l’insieme dei gates, si vedrà che è tutto suddiviso in maniera semplice. Gli imbarchi sono relativamente vicini, sia tra loro che rispetto alle fermate di bus/ taxi e metropolitana. Al punto che ogni traghetto può addirittura essere raggiunto a piedi partendo da queste che comunque sono opportunamente piazzate proprio di fronte ai moli principali.
A proposito di moli, il porto del Pireo ha 12 gates di imbarco, suddivisi tra loro in base ai vari arcipelaghi della Grecia che le navi hanno come destinazione. Andiamo a conoscerli.
La mappa dei moli e i gates
La lista qui sotto è importante. Sono indicati tutti gates di imbarco e sbarco e la loro posizione in città secondo lo schema realizzato dall’Autorità Portuale del Pireo. Si parte dal molo E1, il più lontano e dedicato alle navi per il Dodecaneso, (quindi Rodi e Kos in particolare), sino al Gate E12, sul lato opposto, il vero e proprio Terminal Crociere del Pireo. Nel mezzo tutte le altre isole e destinazioni.
Prima di imbarcarsi è sempre obbligatorio verificare quale sia quello effettivo per la vostra nave sui cartelloni elettronici sparsi ovunque lungo il perimetro del porto. Le compagnie li rispettano praticamente sempre ma non si sa mai. Cancellazioni, ritardi, cambi nave, guasti tecnici sono all’ordine del giorno e questi richiedono quasi sempre di ripiegare su differenti moli di partenza.
I gates più frequentati sono quelli per le Cicladi e per le isole del golfo Saronico (E6, E7 , E8), e che infatti sono i primi che si incontrano, e occupano la posizione centrale del Pireo proprio davanti alla stazione ferroviaria. Per raggiungerli occorrono solo pochi minuti a piedi e davanti ad ognuno di essi sono sempre situate le biglietterie. Queste sono ospitate in piccoli box proprio a bordo nave, ognuno dedicato alle compagnie navali le cui navi utilizzano il gate. Per gli imbarchi più lontani invece, come l’E1 che serve il Dodecaneso, c’è molto da camminare, anche oltre una ventina di minuti. In questo caso, con le valigie, si fa prima a prendere un taxi. Vi porterà di fronte alla nave per una manciata di euro risparmiando una camminata da facchini!
Orari di apertura delle biglietterie
Ci sono molte navi in partenza dal Pireo agli orari più disparati. Una domanda che ci viene rivolta spesso è: “quanto prima serve recarsi all’imbarco per ritirare il biglietto cartaceo della nave (che magari avrete acquistato presso la nostra biglietteria)?”. La regola è di presentarsi di buon ora, circa 1 ora prima andrà sempre benissimo. Anche se la nave partisse alle 6 del mattino, niente paura, ci sarà sempre la possibilità di recarsi al gate ad esempio già alle 5 e ritirare il proprio biglietto. Non esiste nave che parta senza avere il chiosco per i biglietti aperto 2 ore prima della sua partenza. Presentarsi in tempo è comunque davvero utile. Non solo per non stressarsi troppo e scegliere un posto più comodo una volta sul traghetto, ma anche perché le code in biglietteria sono una costante. C’è sempre qualcuno che ha dei problema, e la maggioranza dei viaggiatori sono turisti stranieri (come noi!) che non sanno il greco. I poveri impiegati fanno vita dura a districarsi in inglese tra biglietti pagati ma magari smarriti, imprecisioni, acquisti sbagliati, e via dicendo.
Detto questo, per i ritardatari o per chi semplicemente ha pianificato tutto di corsa, anche 2 minuti prima dell’imbarco vi verrà data lo stesso facoltà di salire in nave. Anche perché i greci tendono spesso a presentarsi al molo all’ultimo secondo…
Le marine, i salotti buoni del Pireo
Sino adesso abbiamo cercato di raccontare l’anima del Pireo, con l’importante digressione sulla struttura dei suoi moli. Adesso è il momento di conoscerlo per davvero, sapere cosa c’è da vedere e fare. Decidere se valga la pena fermarsi più del dovuto e non utilizzarlo solo per scappare via col primo traghetto disponibile. L’idea che un turista frettoloso si fa del Pireo è quella che già Marlon Brando raccontava nel mitico Fronte del Porto. Storie di redenzione, personaggi loschi, droga, puttane, traffico e sporcizia. Tutto vero, ma solo in parte. A Genova non poi è così differente: il quartiere Dinegro dove si trova il terminal traghetti non è di sicuro il salotto buono della città. La verità è però ben più complessa. Il Pireo straborda di luoghi interessanti, moderni, tranquilli, da scoprire con calma e tutti da vivere. Sa essere bellissimo. Il Pireo non è solo un porto, è un’entità, un mondo a parte. E’ solo questione di sapere dove cercare, in che vicolo infilarsi, dove sbucare alla luce. Ad esempio nelle sue due marine. Sono entrambe un piacere per i sensi e sono due tra i luoghi più caratteristici e gradevoli di tutta la conurbazione urbana dell’Attica. E pochissimi turisti ci vanno. Si tratta del Pasalimani e del Mikrolimano, due insenature che esplodono di barche, ristoranti e tradizione greca.
Il porto di Zea, o Pasalimani, secondo porto più grande del Pireo, dalla caratteristica forma circolare.
Pasalimani
Il Pasalimani è la camera bella del Pireo. Si tratta di una vera insenatura naturale, perfettamente circolare, dove si trova uno yacht club molto popolare, la Marina Zea. Le prime volte non è facilissimo da trovare, perchè non è indicato in nessun cartello, il “furbofono” ci dovrà venire in aiuto. Eppure si trova a solo 1,5 km dal molo E7, il più centrale del porto passeggeri di tutto il Pireo. Il lungomare di Marina Zeas è un luogo più che gradevole per passeggiare come per farsi una corsetta mattutina, non è disturbato da negozi e il traffico sempre intenso è nascosto da una piacevole fila d’alberi. Il Pasalimani non ha nulla di artefatto, non fa niente per attirare il turista col risultato di farsi amare e invidiare. Improvviso come se la città incontrasse d’un colpo il mare, quest’angolo del Pireo è autentico al 100%. C’è il circolo canottieri, tante imbarcazioni a vela e piccoli pescherecci, edicole e dehors, fermate del filobus, motorini e palme. Proprio dove finisce, il Pasalimani diventa ancora più interessante: obbligatorio arrivare sino in Piazza (Plateia) Alexandras dove si trova lo strano monumento dedicato al genocidio dei Greci del Ponto, una storia che noi italiani conosciamo poco ma che merita una preghiera e una riflessione. La piazzetta è stata riqualificata da pochissimo grazie al contributo – e di chi sennò! – presidente dell’Olympiacos, Evangelos Marinakis.
Mikrolimani
ll Mikrolimano (piccolo porticciolo in greco) si trova solo un pò più in là, ad appena 4-5 fermate di autobus (linea 20) dal Pasalimani. È minuscolo, e se possibile, ancora più caratteristico. Il Mikrolimano è verace, confusionario, arrabattato. Un quartiere dove barchette di legno sono parcheggiate accanto a Jeep in doppia fila, dove le case sono costruite così fitte che sembra si trattengano a vicenda per non gettarsi in mare. Sono quelle della collina di Kastella, che è un piacere visitare prima o dopo cena.
Il lungomare del Mikrolimano quasi non esiste, occupato com’è da una fila interminabile di ristoranti di pesce, le cui vetrate dalla strada si riflettono in mare. Il Mikrolimano va vissuto soprattutto la sera, anche d’inverno, tra una cena con concerto di musica greca dal vivo e una tavolata a specchiarsi sul mare con gli amici più cari. Consigliamo veramente a tutti quelli che si trovino in vacanza ad Atene una serata tra questi ristoranti, anche se costicchiano, perché è una location magica e imperdibile.
Kastella
Appena dietro il Mikrolimano, dicevamo, c’è la collina di Kastella. Un quartiere residenziale tipico e caratteristico, buono per sgranchirsi le gambe e fare una passeggiata dove pochi turisti hanno voglia di spingersi. È uno degli insediamenti più antichi del Pireo, dove un tempo c’era addirittura un’acropoli. Nei secoli ha sempre rivestito importanza particolare, ospitando avvenimenti e installazioni strategiche, come il serbatoio per l’approvvigionamento idrico della zona. Kastella è tutto un susseguirsi di scalinate, vicoli acciottolati, balconi fioriti e viste sulla spettacolare baia sottostante. La vista ripaga in abbondanza, abbraccia tutto il golfo Saronico e le navi parcheggiate in rada. Kastella è un luogo perfetto dove scattare fotografie con la luce morbida del tramonto, e stupirsi di quanta gente viva da queste parti. O forse no, chi non farebbe cambio con loro?
Cosa vedere e fare
Pasalimani, Mikrolimani e Kastella sono i tre quartieri “fondamentali” che ci si dovrebbe sforzare di visitare durante una permanenza al Pireo. Quello che però i più non sanno è che al Pireo c’è tantissimo da vedere e fare. Solo dal punto di vista dei musei, ce ne sono almeno una mezza dozzina, per non parlare di altri tipi di architettura, chiese, attrazioni per grandi e piccini. Troppe per poter essere esaurite in una pagina di presentazione e allora tutti pronti per scoprire cosa vedere al Pireo secondo Grecia Mia.
Lo shopping
Il Pireo è favoloso per lo shopping, ma i turisti non lo sanno. Di solito questi si limitano a girovagare in centro ad Atene, sotto l’Acropoli e tra le viuzze di Monastiraki a Plaka, lasciando tranquilli i pireoti nei loro acquisti.
Che ne hanno da scegliere. Il Pireo è un vero crocevia di culture e negozi, commerci e commercianti provenienti da ogni angolo della Grecia e dell’Oriente. Si può trovare di tutto. Buona norma è prendere confidenza del territorio con due passi in via Grigoriou Lampraki, una delle vie principali per lo shopping di tutto il Pireo. Una strada che è facile da trovare, si incrocia con il Leoforo (corso) Georgiou e scende sino al Pasalimani, e passando accanto alla piazza Korai, la principale. Insieme ad Ermou, che collega Piazza Syntagma a Monastiraki, Lampraki è una delle arterie commerciali più importanti della città.Lungo questi “boulevard” ci sono tutte le principali catene globaliste, come Zara, HM, Nike Stradivarius, insomma, le conoscete meglio di noi. I prezzi non sono tanto diversi dai nostri, pure quelli sono globali ormai nonostante il diverso potere d’acquisto dei greci, poveri loro. Il loro gusto è diverso dal nostro e quindi i più vanitosi troveranno sempre delle piccole scoperte da esibire al ritorno a casa.
Per fortuna di chi non si accontenta del mainstream, il Pireo è talmente grande che oltre alle suddette catene, esistono e combattono tanti piccoli negozietti che ci mettono l’anima. Negozietti che propongono scaffali pieni di delicatezze locali e regali per tutti i gusti. E noi adoriamo l’inventiva di chi sa poter proporre qualcosa di speciale. Ad esempio c’è possibilità di acquistare prodotti tipici di Chios, di Santorini, dolci fatti in casa come le halvas di Drapetsona, un quartiere poco lontano dal Pireo . Chincaglierie, mercatini dell’antiquariato, mercati rionali dove perdersi tra odori di spezie, pesce appena pescato e carne delle fattorie intorno ad Atene. Per chi ama lo shopping sarà una festa.
Le spiagge vicine al Pireo
Vicino al Pireo ci sono numerose spiagge, che andranno benissimo per occupare i tempi morti quando le cose non coincidono. Ad esempio, e succede spesso, si dovrà passare più tempo del previsto sulla terraferma invece di rimanere fino all’ultimo secondo sull’isola in cui si è scelto di trascorrere le vacanze, magari causa incastri difficili dei traghetti. Aereo in arrivo nel pomeriggio, nave la mattina dopo. O viceversa. Un classico. Mezza giornata, una giornata interna, un weekend comunque poco importa. Le spiagge del Pireo (ne parliamo nel dettaglio nella pagina appena indicata) sanno svolgere alla perfezione il loro compito, e sono pure a portata di tram.
COME ARRIVARE AL PIREO DAL CENTRO DI ATENE
La maggioranza dei turisti si muove sulla direttiva Atene aeroporto – Pireo.
Una tratta servita da almeno 3 mezzi pubblici, con amplia scelta di possibilità per decidere se percorrerla in treno, in autobus, o in metropolitana se si volesse approfittare di una sosta in centro ad Atene. Per chi ha fretta ed è almeno in coppia, senza dubbio consigliamo di utilizzare il nostro servizio di taxi per il Pireo, utile sia per spostarsi all’aeroporto, ma anche agli altri porti di Lavrio e Rafina e verso il proprio alloggio ad Atene. Su quest’ultima direttrice, specie dal Pasalimani e dal Mikrolimano, ci sono i normali autobus urbani, affollati ma dalle buone frequenze. Di questi e altre opzioni, come il tram, parleremo nella pagina dedicata a come arrivare al Pireo dal centro di Atene.
Dove mangiare
Il Pireo è uno specchio unico della società greca, concentrato unico di usi e costumi. E quale sia il “costume” di gran lunga più importante – tra noi mediterranei è facile capirsi al volo – è ovvio. Il meglio della vita è mangiare, mangiare bene, mangiare in buona compagnia. La cucina deve occupare così un posto di primo piano in ogni visita al Pireo che si rispetti. Grattando dietro la superficie ruvida e salsedinosa del porto, nelle vie e nelle piazzette immediatamente a ridosso troveremo letteralmente di tutto. Dall’infame bettola che vende souvlaki ad 2€ al marinaio appena smontato dal servizio, alla pasticceria chic dove far salire il tasso di zuccheri per riprendersi dalle onde subite in traghetto. Mangiare al Pireo significa fare conoscenza di forni pieni di ogni meraviglia di pane e affini, con le pite che solo i greci sanno fare così gustose, perdersi davanti al bancone tra spinaci, carne, formaggio e peinerli che manco le nostre pizze. Lo street food è rappresentato alla grande, ma quando l’appetito è più robusto un buon posto per mettersi alla ricerca di cibo è Plateia Korai, cuore commerciale pulsante della città, a nemmeno 10 minuti a piedi dagli arrivi/partenze dei traghetti. In questa piazza centrale, dove i cantieri sembrano non finire mai, ci sono ottimi ristoranti di cucina greca, sia più orientati al fast food che alla più classica esperienza da taverna. È il luogo classico che consigliamo ad amici e parenti quando ci chiedono dove andare a mangiare al Pireo. In particolare segnaliamo la via che da qui diparte, Karaiskou (qui su Google maps), dove ci sono un buon numero di ristorantini tipici con i loro dehor all’aperto, popolari tanto tra i locali quanto tra i turisti. Io e Katerina non perdiamo mai una cena quaggiù, e se il tempo è poco va benissimo anche per sedersi e rinfrescarsi con una birra dopo una lunga giornata di trasferimento a guardare la gente che passa. Le vere chicche per mangiare al Pireo sono però i due porticcioli di cui abbiamo raccontato poco sopra, il Pasalimani e il Mikrolimano. Qui ci sono ristoranti per tutti i gusti e tutte le tasche. Specie il Mikrolimano, con i lungomare che letteralmente ribolle di taverne, ristoranti di pesce, caffè. Un posto che rappresenta alla perfezione quel disordinato ordine greco che rende ogni cena un momento di piacere assoluto.
Se invece decidete di concedere una chance alla città del Pireo, fatevi accompagnare in un viaggio sensoriale nel cuore della tradizione gastronomica greca. Nel tour dello street food che vi proponiamo, passeggerete per le vie del centro come veri pireoti: potrete fare acquisti presso le bancarelle migliori del mercato municipale, proprio come foste abitanti del posto, e degusterete cinque delle specialità preferite da questo popolo del mare:
Tour a piedi del cibo di strada del Pireo (in inglese)
Vita notturna
Città a sé stante, orgogliosa e indipendente, il Pireo ha una vita notturna scintillante ed è proprio quella che ci si aspetterebbe da una delle più grandi città della Grecia. Il Pireo è se vogliamo una delle sue tre capitali, oltre appunto ad Atene e Salonicco, e i ragazzi devono pur festeggiarla! La notte del Pireo è lunga, lunghissima. Lo è sia che ci si accontenti di una cena fuori, oppure di una birra con i compagni di viaggio al Pasalimani o Mikrolimano. La notte del Pireo è da spendere sino all’alba, ballando nei superclubs di Glyfada e lungo i boulevard che collegano il Pireo al centro di Atene. Il ricordo vola ad anni fa (eravamo una coppia da forse una settimana) quando scesi dal traghetto ci catapultammo a sentire l’idolo di una vita Paul Van Dyk. Il tubo se la ricorda ancora quella serata! La vita notturna del Pireo è sempre movimentata d’estate come d’inverno. Anzi è forse d’inverno che raggiunge il massimo, quando tutti sono in città e hanno lasciato le isole alle spalle sino all’estate successiva. Tra hit greche e musica trance, serate in dehors o semplici cene con passeggiata digestiva, spetta solo a voi decidere come vivere le tenebre pireote.
Dove dormire al Pireo
Ci sono moltissimi alberghi al Pireo, ma non tutti vanno bene. La zona è vasta, densamente urbanizzata, spesso richiede tempo per orientarsi, e la fama è quella che è. Di topaie per fortuna negli anni ne abbiamo incontrate poche! Anche solo per una notte, comunque, è sempre meglio non rischiare e scegliere uno degli alberghi di Grecia Mia. 😊 Li abbiamo “filtrati” pensando che quando si sceglie di dormire al Pireo, un traghetto presto la mattina o un arrivo tardissimo la sera è garantito. E in questo casi servono appoggi facili e con pochi sbattimenti, il più vicino possibile ai gates dei traghetti. Per conoscere i prezzi, la disponibilità nelle vostre date e tutti i dettagli rimandiamo come sempre alla nostra pagina dedicata agli hotel del Pireo.