Samos
Samos è una Grecia meno patinata, un pò turistica, ma non schiava del turista.
Le strade profumate di macchia mediterranea, i tornanti e panorami di cui riempirsi il cuore ad ogni curva.Così mi rispondeva Katerina mentre le chiedevo cosa fosse Samos per lei, la sua Samos.
Per me è invece la terra del buon vino dolce, provate a ordinarlo in enoteca in Italia, le meglio fornite dovrebbero averlo. È delizioso. Ma è anche l’isola di troppi nordeuropei che approdano qui in charter effettivamente senza sapere il perché, di chiacchierate in inglese stentato con pescatori che piuttosto non tornano a casa la sera ma rimangono ad offrirti da bere. E naturalmente di una vegetazione fittissima che si getta in un mare turchese e limpido.
Pythagorio lungomare
Samos appartiene alle isole dell’Egeo orientale ma è come se fosse la naturale prosecuzione del Dodecaneso, con le cui isole in effetti intrattiene la maggior parte degli scambi commerciali. Non è certamente un’isola piccola, 34mila anime la fanno respirare tutto l’anno, e le conferiscono un’identità tutta sua. Penso immediatamente a Chios e Lesbo, che hanno più o meno lo stesso numero di abitanti, ma non lo stesso senso di tranquillità e rilassatezza. Il tempo viaggia un pochino più lento, il traffico è meno intenso, i porti di Vathy e Pythagorion più pittoreschi. Quello che per alcuni può rendere davvero speciale una vacanza a Samos sono i villaggi dell’entroterra. Per altri invece le spiagge di sabbia e la natura verdissima, che le aride Cicladi sono lontane. Forse è qui la vera essenza della Grecia, sui confini orientali, più vicina a Costantinopoli e lontana da un Occidente che ha perso se stesso nel nome del politicamente corretto.
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Pythagorio, Samos