Siti e monumenti archeologici di Atene
In questa pagina troverete tante informazioni utili per la pianificazione delle vostre visite ai siti archeologici (più un monumento) ad Atene. Vi sveleremo il trucco per non rimanere imbottigliati per ore davanti alla biglietteria dell'Acropoli e vi suggeriremo luoghi meravigliosi ed appartati che spesso il turista frettoloso tralascia per attrazioni dal nome più altisonante.
Alcune dritte sul biglietto per entrare all'Acropoli
Per 30 € è possibile acquistare un biglietto combinato che consente di visitare i 7 maggiori siti di interesse archeologico di Atene: l'Acropoli, l'Antica Agorà, l'Agorà Romana, la Biblioteca di Adriano, il Kerameikos, il Tempio di Zeus Olimpio e il Liceo di Aristotele.
Se si pianifica di visitare l'Acropoli e altri due siti, il biglietto si ripaga da solo e l'ingresso agli altri monumenti sarà gratuito. Il vero vantaggio, comunque, è che questo biglietto combinato permette di saltare la fila per l'ingresso in ciascuno di questi luoghi di interesse, tranne ovviamente quello in cui si acquista il biglietto per la prima volta. Di solito il Kerameikos e il Liceo di Aristotele sono i meno affollati, per cui suggeriamo, soprattutto a coloro che viaggiano in alta stagione, di iniziare la visita dei vari siti proprio da uno di questi due.
Acropoli
L'Acropoli è, ovviamente, LA tappa obbligata del viaggio quando si è ad Atene: in nessun altro luogo le vestigia dell'antichità emozionano come in questo, complice anche l'inimitabile (nonostante i molti tentativi) Partenone. Dello scombussolamento dell'anima che provocano la sua veneranda imponenza, la sua perfezione a brandelli ed il bianco latteo dei suoi marmi danno diffusa descrizione visitatori celebri: Mark Twain, Sigmund Freud, Le Corbusier, Albert Camus. Ma che aspetto aveva una volta l'Acropoli? È sempre stata così (furti e crolli a parte), o ci sono state in realtà tante Acropoli nel corso dei secoli?
L'Acropoli vista dalla Collina di Filopappo (© Wikipedia)
Le domande spuntano come popcorn da una pentola: per questo il modo migliore per viverla è facendo una visita guidata. Prenotate con noi il vostro tour dell'Acropoli e del Museo dell'Acropoli: una guida esperta parlante italiano vi racconterà storia e aneddoti di questi luoghi magici... un po' più vicini agli dèi. Se preferite una visita in autonomia, in cui avere la piena padronanza sulle tempistiche, perché non optate per la nostra Audio guida dell'Acropoli di Atene? Più di due ore e mezza di racconto e descrizione vi accompagneranno nel vostro personale viaggio del tempo, che potrete mettere in pausa a seconda delle vostre più svariate esigenze.
Basti pensare al solo Partenone e alle numerose trasformazioni che dovette subire col succedersi delle epoche e l'avvicendarsi delle dominazioni: in età paleocristiana diventò chiesa dedicata alla Madonna, dal XV secolo moschea, nel 1687 polveriera per fronteggiare l'assedio veneziano. Nel frattempo, nelle sue vicinanze era sorta la Torre Franca, così chiamata benché probabilmente innalzata dalla famiglia fiorentina degli Acciaiuoli, che resse il Ducato d'Atene dal 1388 fino alla caduta in mano ottomana e che si occupò anche di trasformare i Propilei in un palazzo. Nall'ambito di un progetto di pulizia del Sacro Colle dalle incrostazioni successive all'epoca classica, voluto e finanziato dal celebre ma controverso archeologo Schliemann, la torre fu abbattuta nel 1874, portando con sé una lunga scia di polemiche.
La Loggia delle Cariatidi, sul lato meridionale dell'Eretteo (© Wikipedia)
E cos'è poi quest'Acropoli? La parola, che significa letteralmente città alta, indica un altopiano calcareo fortificato, sormontato dal Partenone e costellato da numerosi altri monumenti: i Propilei, il Tempio di Atena Nike, l'Eretteo, l'Odeion di Erode Attico (di cu parleremo diffusamente più avanti) e il Teatro di Dioniso. Essa è l'incarnazione più alta dei valori estetici e morali dell'Atene di Pericle, quel luogo baciato dagli dèi in cui celebri filosofi si interrogarono sull'universo, in cui nacquero la democrazia e la libertà di parola e in cui furono realizzate opere d'arte di una bellezza sconvolgente che ancora oggi possiamo ammirare.
La visita dell'Acropoli ci porterà via una mezza giornata, a seconda di quanto lentamente gusteremo il momento. Se non volete (o non potete, per ragioni di tempo) optare per il bigliettone cumulativo a 7 siti archeologici, il biglietto d'ingresso alla sola Acropoli costa 20 € da aprile a ottobre, 10 € da novembre a marzo. I cancelli aprono alle 8:00 e chiudono al tramonto, in ogni stagione dell'anno.
Fermata della Metro: Acropolis, Thissio
L'Antica Agorà
L'Antica Agorà di Atene, che si trova a poca distanza dall'Acropoli ed è delimitata a sud dalla collina dell'Areopago e a ovest dalla collina di Colono, fu nei tempi antichi la piazza principale della città. Si veniva qui non solo per effettuare scambi commerciali – nelle botteghe specializzate era infatti possibile acquistare merci di ogni genere – ma anche, se non soprattutto, per condurre scambi interpersonali che andavano dalla semplice chiacchiera alla discussione politica, fino alla dissertazione filosofica.
Costituisce il ritrovamento di gran lunga più noto di un'agorà greca, il quale però non fu privo di risvolti polemici e di conseguenze dolorose: l'animato quartiere popolare di Vrysaki, con le sue botteghe e le sue taverne, dovette soccombere alle logiche altisonanti ma insensibili di certa archeologia. A partire dal 1931 l'American School of Classical Studies, finanziata dal magnate John Rockfeller, cominciò implacabile gli scavi attirandosi le proteste degli ateniesi e di un loro connazionale, grande sostenitore della brulicante umanità di quel quartiere: Henry Miller.
L'imponente mole della Stoà di Attalo
Nonostante questi dolorosi risvolti, è impossibile negare che l'attuale sito archeologico dell'Agorà di Atene sia un luogo di bellezza commovente e di un respiro ampio e senza tempo, custode di edifici conservatisi miracolosamente quasi integri (il Tempio di Efesto) o magistralmente ricostruiti (la Stoà di Attalo, portata a nuova vita da quegli stessi americani che avevano fatto piazza pulita di Vrysaki).
Dal punto di vista espositivo, rimarremo poi appagati da un museo piccolo ma gustoso che, all'interno della Stoà di Attalo, presenta reperti di vario genere. Commoventi i giocattoli in terracotta a forma di animali da cortile ed alcune paia di scarpette votive, di fattura incredibilmente realistica. Interessantissimi i cocci che, tramite il sistema dell'ostracismo, decretarono l'allontanamento dall'Attica di alcuni cittadini più o meno illustri della città; su alcuni di essi riconosciamo il nome di Temistocle, il glorioso generale della vittoria sui Persiani nella battaglia di Salamina del 480 a.C.
Nell'agorà c'è comunque anche tanto da immaginare, luoghi di cui si sono conservate poche pietre, oltre alla memoria, ma lo si farà agevolmente grazie ai numerosi cartelli e alle loro didascalie. L'unico monumento giunto sino a noi in tutta la sua magnificenza è, come prima accennato, il Tempio di Efesto. Innalzato nel 415 a.C. circa su colonne d'ordine dorico, è stato erroneamente ritenuto per secoli un tempio dedicato a Teseo a causa dell'apparato iconografico ancora in loco che fa riferimento all'eroe ateniese per antonomasia. Da quest'errata convinzione prende il nome il delizioso quartiere che sorge alle sue spalle: Thissio (o Thiseio), appunto.
Il Tempio di Efesto, quasi perfettamente conservato
Il costo del biglietto per accedere all'Antica Agorà, se acquistato singolarmente, è di 10 €. Per visitare tutto con la necessaria attenzione bastano un paio d’ore, ma va detto che il sito è incantevole e che le zone più periferiche, spesso deserte, consentono una tranquilla passeggiata in intima contemplazione delle rovine. Questo dialogo in solitaria è un'esperienza impagabile che vi catapulterà indietro di millenni facendovi sentire un vero abitante dell'Atene periclea. Ciò anche considerato che il paesaggio naturale del V secolo a.C. è stato meticolosamente ricostruito studiando antichi trattati di botanica: se potete, dunque,concedetevi del tempo in più per oziare in questo luogo dall'atmosfera magica.
Il biglietto d'ingresso alla sola Antica Agorà costa 10 € da aprile a ottobre, 5 € da novembre a marzo.
Fermata della Metro: Thissio
L'Agorà Romana
Il rapporto tra il primo imperatore romano Ottaviano Augusto e la città di Atene non nacque sotto i migliori auspici. Essa, infatti, si era schierata con il suo acerrimo nemico Marco Aurelio, che sull'Acropoli fu celebrato come un vero e proprio dio dell'Olimpo. Quando ad Azio, nel 31 a.C., questi subì una definitiva sconfitta, gli ateniesi non poterono fare a meno d'intraprendere un lento cammino d'accettazione del nuovo monarca assoluto, che qui venne in visita ed intraprese alcune fondamentali opere architettoniche. Su tutte, quella che noi adesso chiamiamo «Agorà Romana» per distinguerla dalla zona di mercato che ebbe la sua massima fioritura in epoca classico-ellenistica (l'Antica Agorà).
All'ingresso del sito, c'imbattiamo subito nell'imponete portale d'accesso costituito da colonne di ordine dorico sormontate da un frontone. All'interno dell'agorà troverete interessanti reperti di vario tipo, ciò che rimane delle botteghe che sorgevano su tutti e quattro i lati di questo spazio rettangolare: mozziconi di colonne, capitelli a forma di fiore, fontane con bocche per l'acqua a foggia di teste leonine, resti di giganteschi vasi in terracotta.
Skiron, barbuto, vento di Nord Ovest e Zefiro, giovane, vento dell'Ovest
Ma il monumento che più attira la nostra attenzione è senza dubbio la Torre dei Venti, in realtà un orologio ad acqua realizzato alcuni decenni prima che Augusto facesse portare a compimento la seconda agorà e che all'interno del suo perimetro venne quindi inglobato. La torre ottagonale fu progettata da Andronico di Cirro, ha un'altezza di 12 m, un diametro di 8 m ed è possibile visitarne l'interno. Notevole è l'apparato decorativo esterno: giusto sotto il tetto, si stagliano otto pannelli marmorei lavorati a bassorilievo di pregevole fattura. Raffigurano le divinità dei venti, i quattro fondamentali (Borea, Noto, Euro, Zefiro) ed i quattro accessori. Sono ripresi di profilo, ma con il busto ed il volto di tre quarti, mentre trasportano i doni simbolici della stagione in cui spirano.
Il biglietto d'ingresso alla sola Agorà Romana costa 8 € da aprile a ottobre, 4 € da novembre a marzo.
Fermata della Metro: Monastiraki
La Biblioteca di Adriano
Prima della Biblioteca di Adriano, l'Atene d'epoca imperiale conobbe un'altra grande biblioteca: quella di Panteno. Tito Flavio Panteno, greco ma cittadino romano, la fece erigere in età traianea poco a sud della Stoà di Attalo, sulla strada che dall'Antica Agorà conduce all'Agorà Romana. Ne sono ancora visibili le fondamenta.
Le sette colonne della facciata e le quattro dell'avancorpo
La Biblioteca di Adriano venne invece inaugurata nel 132 d.C. Constava di un ampio spazio rettangolare colonnato (122 m x 82 m) che presentava al centro un bacino d'acqua di froma allungata. I resti più imponenti visibili ancora oggi sono rappresentati da sette colonne corinzie sul lato occidentale della facciata, oltre alle quattro più o meno integre che, innalzate su sette gradini, costituivano l'avancorpo sporgente del monumentale complesso. I libri, all'epoca sotto forma di rotoli di papiro, erano conservati nel lato corto opposto all'ingresso; tutt'intorno vi erano luoghi adibiti alla lettura ed alla musica.
La biblioteca non fu indenne alla furia distruttrice degli Eruli che invasero la città nel 267; in epoca paleocristiana, al centro dell'area venne costruito un edificio a pianta quadriloba, su cui furono poi innalzate due chiese (rispettivamente nel VII e nel XI-XII secolo) di cui rimangono frammenti di mosaici pavimentali. Durante la dominazione ottomana divenne la sede del governatore cittadino; non a caso lì nei pressi sorse la Moschea Tzistarakis, che affaccia in tutto il suo splendore sulla piazza principale di Monastiraki. Spoiler: le tartarughe di terra più grandi di Atene abitano in questo sito archeologico!
Il biglietto d'ingresso alla Biblioteca di Adriano costa 6 € da aprile a ottobre, 3 € da novembre a marzo.
Fermata della Metro: Monastiraki
L'Arco di Adriano e il Tempio di Zeus Olimpio
Abbiamo raggruppato questi due monumenti in un unico paragrafo perché, oltre ad essere molto vicini geograficamente e cronologicamente (entrambi, infatti, risalgono agli anni del dominio dell'Imperatore Adriano), non necessitano di molto tempo per essere visitati: insieme richiedono meno di un'ora.
L'Arco di Adriano fu costruito nel 131 d.C dagli abitanti della città in onore dell'imperatore che la amava molto e che si era ampiamente adoperato per abbellirla. In marmo pentelico, oggi si affaccia isolato su Leoforos Vassilissis Amalias (Viale Principessa Amalia) e, a differenza della maggior parte degli archi trionfali conservati in Italia, non presenta un apparato decorativo a bassorilievo. È invece caratterizzato da una struttura molto snella ed elegante suddivisa in due ordini: il primo è costituito dal vero e proprio arco; il secondo presenta tre aperture ad architrave suddivise da quattro pilastri lisci, di cui quella centrale è raddoppiata verso l'esterno da un'edicola aggettante con colonne dai fusti scanaliati, sormontata da un frontone. Il livello superiore ricorda molto la facciata di una scena teatrale.
L'Arco di Adriano e, attraversato Viale Vassilissis Amalias,
il busto dedicato a Melina Mercouri
Interessantissime sono le iscrizioni fatte incidere sulle due facciate del monumento. Quella che dà verso Plaka recita: «Questa è l'Atene che un tempo era di Teseo»; quella che guarda in direzione del Tempio di Zeus Olimpio invece dice: «Questa è la città di Adriano e non di Teseo». Facendo riferimento al mitologico re ateniese e negandogli la pertinenza della città moderna, s'intende elevare il sovrano attuale, Adriano, al rango di un novello fondatore.
Non esistono tariffe d'ingresso per l'Arco di Adriano perché non si entra proprio da nessuna parte: potete godervelo da varie angolazioni semplicemente spostandovi da una parte all'altra del viale. State però molto attenti al traffico di una delle arterie più infernali di Atene! Di fronte ad esso, attraversando verso Plaka, troverete un busto piuttosto realistico della diva nazionale Melina Mercouri.
Dietro all'arco, a sud ovest del Giardino Nazionale, troviamo il sito archeologico del Tempio di Zeus Olimpio. Concepito in forme colossali dalla dinastia del tiranno Pisistrato nel VI secolo a.C., non fu terminato se non per volere del solito Adriano dal 129 al 131 d.C. Costruito in marmo pentelico, misurava 108 metri in lunghezza e 41 in larghezza, e consisteva in 104 colonne di ordine corinzio, ognuna alta 17 metri. Purtroppo, solo quindici di esse si sono conservate in situ.
Il tempio di Zeus Olimpio con l'Acropoli sullo sfondo (© Wikipedia)
La sedicesima fu colpita da un fulmine nel 1852, si sgretolò nei vari rocchi e cadde a terra. Ancora oggi possiamo osservarla così come la lasciarono le disastrose conseguenze del temporale. Oltre alle colonne superstiti, c'è davvero poco che possa essere oggetto di contemplazione da queste parti: il basamento rialzato a più gradini su cui sorge il tempio stesso e sezioni di architrave.
Se volete comunque dare una chance a questo luogo dalle sorti a dir poco alterne, il biglietto costa 8 € da aprile a ottobre, 4 € da novembre a marzo. Rimane sempre valida la possibilità del biglietto cumulativo a 30 €, che consente l'accesso a questo e ad altri 6 siti dell'antica Atene.
Fermata della Metro: Acropolis
L'Odeion di Erode Attico
Passeggiando per Odos Dionysiou Areopagitou, sotto il versante meridionale dell'Acropoli, l'attenzione del turista viene catturata da una facciata monumentale su cui si aprono alcune file di arcate. Così, di primo acchito, potrebbe ricordare quel breve tratto di rivestimento esterno dell'Arena di Verona giunto fino a noi, quello che svetta in altezza sul resto dell'anfiteatro. Non siamo molto lontani dal vero. Si tratta sempre, infatti, di un'opera architettonica di epoca imperiale romana avente come scopo l'intrattenimento dei cittadini: l'Odeion di Erode Attico.
Il fascino dell'Odeion di Erode Attico durante uno spettacolo serale
Fu costruito in pietra dal 161 al 174 d.C. per volontà di un amico dell'imperatore Adriano, Erode Attico, in memoria della moglie Appia Annia Regilla. Fin qui niente di male, se non che l'anno prima dell'inizio dei lavori Regilla morì forse uccisa su ordine del marito stesso. Se la verità dei fatti rimarrà per sempre un mistero, quello che è certo è che il teatro venne fortemente danneggiato ad opera degli Eruli nel 267 a.C. Dopo un restauro sostanziale avvenuto negli anni '50 del Novecento che ne portò la capacità massima a 5000 posti, l'Odeion è una delle venue principali del celebrato Festival di Atene ed Epidauro. Sul suo palcoscenico si sono esibiti alcuni dei più importanti artisti del mondo, da Maria Callas a Luciano Pavarotti, da Frank Sinatra a Elton John.
L'Odeion di Erode Attico è visitabile con il biglietto cumulativo per l'Acropoli, ma il nostro consiglio spassionato è quello di comprare un biglietto per una delle performance estive del Festival di Atene ed Epidauro e godere, così, della magia del vero teatro, quello fatto di celesti corrispondenze. Lo spettacolo di luci naturali (dal tramonto al crepuscolo fino alla notte stellata) e artificiali (sulla scena vengono proiettati fasci luminosi di vari colori) è straordinario. Provare per credere!
Fermata della Metro: Acropolis
Lo Stadio Panatenaico
Lo Stadio Panatenaico viene chiamato dagli ateniesi «Kallimarmaro» e conoscendo il greco è facile capire perché: il termine significa infatti «bel marmo» e mai soprannome fu più azzeccato, dato che questo stadio è realizzato interamente in marmo pentelico!
Il Panatenaico è sicuramente una delle attrazioni su cui mettere la spunta nella lista di cosa vedere ad Atene. Attenzione: non confondetelo con lo stadio del Panathinaikos Football Club, che si trova in Leoforos Alexandras ed è una costruzione piuttosto anonima, in attesa di quello nuovo che sarà edificato nel quartiere di Votanikos entro il 2026.
Lo Stadio Panatenaico, o Kallimarmaro, in tutto il suo splendore (© Wikipedia)
Sorge ad est del Giardino Nazionale e dello Zappeion, stretto fra le verdi colline di Ardettos e di Agra. Nato come stadio in legno destinato alla celebrazione dei Giochi Panatenaici, fu poi rinnovato con marmo pentelico nel IV secolo a.C. e poi ampliato dall'ormai noto Erode Attico, che ne portò la capienza a 50.000 spettatori. Un primo restauro in epoca moderna si deve a quell'Evangelis Zappas il cui nome è rimasto indissolubilmente legato allo Zappeion fatto erigere nel Giardino Nazionale. In vista della Prima Olimpiade contemporanea tenutasi proprio ad Atene nel 1896, un altro benefattore, Georgios Averof, donò un'ingente somma di denaro per fare in modo che il luogo fosse idoneo all'evento di portata mondiale, aumentandone la capienza a 80.000 posti. Il progetto fu affidato al tedesco Ernst Ziller, cui si devono anche il Teatro Nazionale, la dimora di Heinrich Schliemann (oggi Museo Numismatico) e la Residenza Reale di Tatoi. Benché qui siano ancora state ospitate alcune gare delle Olimpiadi del 2004, il Kallimarmaro viene oggi utilizzato soprattutto per celebrazioni sportive post-gara e grandiosi eventi musicali
Purtroppo il biglietto d'ingresso al sito ha conosciuto un'impennata a partire dal gennaio 2022, quando il suo costo è raddoppiato da 5 a 10 €. Noi vi consigliamo comunque l'investimento perché camminare in questi spazi immensi e gloriosi, bianchi come la neve, è davvero emozionante. E poi ci si può far fotografare sul palco dei vincitori: mica male! Compreso nel prezzo del biglietto si ha l'ingresso ad un piccolo Museo delle Olimpiadi, in cui si potranno ammirare da vicino le fiaccole utilizzate nei giochi. Proprio nel Kallimarmaro ogni anno è fissato l'arrivo della maratona di Atene: quella storica, quella "vera". Dai suoi spalti più alti è visibile Partenone.
Fermata della Metro: Evangelismos
Il Kerameikos
Con «Kerameikos» oggi si designa il sito archeologico corrispondente ad un antico cimitero, corredato di piccolo ma delizioso museo, stretto a morsa tra i quartieri di Psirri, Thissio e Gazi. Il luogo deriva il suo nome dal fatto che qui, anticamente, sorgevano numerose e fiorenti le botteghe dei vasai. Qui scorreva il fiume Eridano (oggi poco più che un solco polveroso), si ergevano le mura volute da Temistocle (di cui è ancora visibile un tratto), si aprivano due tra le principali porte d'accesso alla città: la Porta Sacra ed il Dipylon, da cui si diramavano le strade che portavano ad Eleusi, alla Beozia e al Peloponneso.
La porta per cui passava la Via Sacra, l'antica strada che collegava Atene ad Eleusi per la celebrazione dei famosi Misteri Eleusini
Non essendo nel cuore di Plaka e dintorni, è già considerato off the beaten track dalle masse di turisti che assaltano la capitale greca in ogni stagione dell'anno. Va da sé che passeggiare per i suoi sentieri è sempre molto piacevole e rilassante. Per questo, anche se per alcuni il Kerameikos non rientra nelle attività imprescindibili se si sono programmati solo un paio di giorni ad Atene, noi di Grecia Mia ne consigliamo caldamente la visita: consente un'immersione pura ed autentica in un luogo che ha conservato intatti fascino e sacralità.
Tra un gatto ed una tartaruga di terra, potrete contemplare capolavori come la stele funeraria di Dexileos, cavaliere caduto in battaglia a soli vent'anni; il sepolcro ellenistico di Dionisio, sormontato da un robusto toro a tutto tondo; la stele di Amfarete, ritratta col nipotino in braccio in trasfigurate sembianze giovanili. Tutto, al Kerameikos, parla al cuore ed è fonte di profonda commozione.
Ricordatevi solo che quelle esposte a cielo aperto sono copie e che, per essere testimoni dello splendore delle opere d'arte originali, dovrete visitare il museo. Una chicca: dal punto più elevato del sito potrete avvistare l'Acropoli.
Data anche la mancanza di ombra, reperibile solo presso un paio di grandi alberi sotto cui riprendere fiato, meglio programmare la visita al mattino presto o nel tardo pomeriggio (infrasettimanalmente, poiché nel weekend il Kerameikos chiude alle 15:00), e acquistare qui il biglietto combinato per saltare la coda allo sportello del Partenone. Il biglietto d'ingresso al solo Kerameikos costa 8 € da aprile a ottobre, 4 € da novembre a marzo.
Fermata della Metro: Kerameikos, Thissio
Il Monumento coregico di Lisicrate
Così piccolo, così significativo. Tutti coloro che sono stati ad Atene almeno una volta sono sicuramente passati accanto a questa specie di edicola a pianta circolare nel cuore di Plaka, assediata da ristoranti turistici e da una simpatica colonia di gattoni, ed altrettanto sicuramente le avranno riservato solo una breve occhiata superficiale. Peccato, perché questo moumento erroneamente identificato dalla tradizione popolare come la Lanterna di Demostene racchiude in sé una tradizione emblematica dell'Atene antica e ha attraversato indenne svariate minacce di demolizione.
Il Monumento coregico di Lisicrate e la stele che ricorda che lì visse Byron
Dalla piazza su cui sorge parte quella che viene ritenuta la più antica via del mondo di cui ci sia stato tramandato il nome, «Odos Tripodon», ossia «Via dei Tripodi». Cerchiamo di essere stringati. La via era così chiamata perché su di essa sorgevano numerosi monumenti del tipo di quello di Lisicrate, tutti sormontati da un tripode in bronzo. Questo era il premio che veniva attribuito ai vincitori delle gare poetiche fra cori nelle Grandi Dionisie, che prevedevano non solo recitazione e danza, ma anche la realizzazione di costumi e di apparati sfarzosissimi. Ciò comportava un dispendio totale di forze e di denaro da parte della comunità e rendeva necessaria la figura di un corego, ossia di un personaggio facoltoso che fungesse da sponsor e che coprisse le spese. Lisicrate era proprio questo: un corego. Da qui l'aggettivo attribuito a questo monumento, «coregico». Lisicrate ricevette il tripode per aver sponsorizzato un coro di ragazzi della tribù Acamantide nel 334 a.C. (in epoca classica, la popolazione ateniese era suddivisa in 10 tribù) e, come ogni corego che si rispettasse, fece erigere un monumento su cui mostrarlo. Il tripode, come del resto tutti gli altri esibiti sulla via, non s'è conservato in quanto fuso in un secondo tempo.
La nostra pedana-tempietto ha invece conosciuto mirabolanti avventure nel corso dei secoli. Dopo essere stato inglobato in un convento di cappuccini che fu poi distrutto durante le battaglie per l'indipendenza greca, ospitò prima René de Chateaubriand e poi il filelleno per eccellenza, Lord Byron. Non male per un'opera architettonica di così modeste dimensioni, davanti a cui molti tirano dritto come se niente fosse. La prossima volta che passate di qui, fategli una carezza col pensiero: Dioniso apprezzerà.
Fermata della Metro: Acropolis
Il Liceo di Aristotele
Poco rimane di una delle scuole filosofiche più gloriose e frequentate dell'antichità, eppure il Liceo di Aristotele rientra appieno nella schiera dei cosiddetti luoghi dell'anima, in cui è bello recarsi e passeggiare anche se degli antichi resti quasi nulla s'è conservato.
Proprio dalla pratica del passeggiare e discutere allo stesso tempo deriva l'aggettivo con cui la scuola di Aristotele è ancora conosciuta ai giorni nostri: «peripatetica» (dal greco «περίπατος», «passeggiata»). Il nome della località derivava da un santuario dedicato ad Apollo Liceo, dove quest'ultimo temine era riferito al termine «lupo» («λύκος»).
I pochi resti del Liceo di Aristotele, conservati in un contesto appartato
(© Wikipedia)
Il sito è baciato da una grazia tutta particolare, così com'è cinto in un abbraccio tra il Conservatorio e l'idilliaco giardino del Museo Bizantino e Cristiano. Il biglietto costa 4 € da aprile a ottobre, 2 € da novembre a marzo. Rientra nella combo a 30 € che consente l'accesso a questo e ad altri 6 siti dell'antica Atene tra cui l'Acropoli. Dato lo scorso afflusso turistico, se avete intenzione di propendere per il biglietto cumulativo questo è il luogo giusto per acquistarlo: niente coda, garantito.
Fermata della Metro: Evangelismos, Syntagma
L'Accademia di Platone
Segnaliamo che anche il luogo dell'altrettanto famosa e celebrata Accademia di Platone è giunto fino a noi. Non è organizzato in un vero e proprio sito, per cui non si paga il biglietto. È un parco adibito soprattutto al passeggio dei cani e sorge in un'area tutt'altro che idilliaca nel nord ovest della città, vicino a Leoforos Athinon. Però i suoi resti (per lo più fondamenta di edifici successivi a Platone) sussistono ancora, descritti minuziosamente da vari pannelli esplicativi. Platone nel 387 a.C. fondò qui la sua scuola filosofica, che rimase operativa fino al 529 d.C. e fu un centro fondamentale per lo sviluppo e per la pratica del libero pensiero: sta a voi scegliere se eleggere anche questo parco periferico al rango di luogo dell'anima e dare ad esso una possibilità.
Fermata della Metro: Sepolia, Omonia
Testo e Foto: © Ilaria Badino, se non diversamente specificato