Chora Sfakion
Naturalmente, Chora Sfakion
Chora Sfakion, la nostra Sfakia. Dopo anni di peregrinare sulla costa meridionale di Creta, era il momento di fermarsi. Un porto era quello che serviva. Un porto franco, libero. Abitato da pastori e agricoltori legati alla loro terra e da sempre pronti a difenderla. Un porto senza nessuna ONG e dove mangiare senza OGM.
Il porticciolo di Sfakia
Ci serviva un posto dove fermarsi a contatto con l’identità greca che amiamo così tanto. Cercavamo una valvola di sfogo dalla follia della nostra civiltà. E allora per scappare da un mondo che non si riconosce più serve percorrere tutta la strada, vedersela dipanare alle spalle. Partire da Salonicco e scendere ad Atene, attraversare le Cicladi tutte turismo e selfie-stick, occhiali da sole e costumi firmati. Sbarcare a Creta e…
"QUANDO LA STRADA SALE NON TI PUOI NASCONDERE (EDDY MERCKX)"
…come Pantani sul Mortirolo prepararsi per l’ultimo attacco alle vette dietro cui troveremo riparo. Scattare in fuga a 1km dalla vetta del gran premio della montagna di Imbros Gorge e poi giù a capofitto sino al traguardo, tra gole e mare e mare e gole col cuore a mille e la voglia di arrivare per primi.
Insomma si sarà capito. Quando le cose non girano come dovrebbero, quando quella notizia sul giornale ti fa venire un travaso di bile, quando capisci “che è tutto sbagliato e tutto da rifare” come diceva l’amato Gino Bartali, noi andiamo a Chora Sfakion.
A Chora Sfakion c´è chi scappa e chi si riavvicina
Ma noi siamo noi e la Grecia l’abbiamo vista tutta. Siamo appagati dopo tanti viaggi e la fame di nuovi posti posti ha lasciato spazio alla fame per le mille specialità di Creta. Sapeste quanto mettono a dura prova la dieta necessaria per le nostre gare di corsa…
Per molti quindi Chora Sfakion potrebbe rappresentare il contrario: più che uno scappare, un ritornare alla civiltà dopo un viaggio sulla luna. Il piacere del riunirsi ad altri turisti dopo i silenzi di Sougia, di Agia Roumeli, di Loutro che non vede nemmeno le auto e di Gavdos che è rimasta ferma a Neil Armstrong e ad Apollo 13.
Bene dopo un viaggio del genere, arrivare a Sfakia è un po’ come riemergere alla vita. Immergersi nel suo lungomare, assaggiare le taverne e sopratutto farsi venire la nostalgia della Liguria con la grande specialità della zona: la Sfakiani Pita. Ossia una specie di focaccia al formaggio di Recco made in Greece, con la myzithra al posto dello stracchino. Il tutto sciolto e avvolto da un sottile e morbido strato di sfoglia. Wow. Intorno a ferragosto c’è pure un festival in suo onore, e queste sono le foto dell’edizione 2015. Da allora, non è cambiato nulla.
Come arrivare a Chora Sfakion
Non c'è modo migliore di arrivare a Sfakia in macchina, tramite la strada statale che parte a metà strada tra Chania e Rethymno e appunto oltrepassa le montagne e la raggiunge dove il mondo (e la strada stessa) finisce. C'è anche l'autobus, che la raggiunge regolarmente da Chania ma poi si sarebbe schiavi del battello per Loutro e Agia Roumeli per le spiagge, non lo consigliamo molto.
Per il noleggio auto, il luogo migliore in cui affittarla è l'aeroporto di Chania, in alternativa quello di Heraklion, solo leggermente più distante. In entrambi i casi, si può affittare la macchina a Creta con noi, cliccando sul banner sottostante, dove si potrà avere un preventivo e scegliere la vettura con tutta la nostra assitenza in italiano per ogni domanda e dubbio riguardo la prenotazione.
Dove dormire a Sfakia
Chora Sfakion è davvero piccolina, e non ci sono molte opportunità tra cui decidere al momento di scegliere dove alloggiare a Sfakia. Per cui va fatto con grande anticipo. Da queste parti, si troveranno davvero a loro agio coppie di ogni età e viaggiatori solitari, o piccoli grupoi di amici il cui scopo è girovagare per Creta e "chissenefrega della compagnia che tanto siamo tra di noi". Inoltre, Sfakia è anche un posto eccezionale per praticare yoga. Le famiglie ne apprezzeranno comunque la centralità per spostarsi tra le meraviglie di questo tratto di costa cretese, ma in generale pensiamo che per loro sia molto meglio puntare sulla vicina Frangokastello, che ha a disposizione molte più spiagge e soprattutto la sabbiosa e straordinariamente esposta al tramonto Orthi Ammos.
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Cosa vedere a Sfakia
Da queste parti, non c'è molto da vedere se non la natura stessa, il porticciolo stesso. Conta più il viaggio per arrivare che la destinazione in se stessa, probabilmente. Ciò nonostante, chi viene a Chora Sfakion non può tornarsene a casa senza aver visto almeno le seguenti cose:
- il castello di Frangokastello
- la spiaggia di Glyka nera
- la spiaggia di Ilingas per il naturismo
- Loutro
- il sentiero per il villaggio di Manolou
- la gola di Imbros
- l'altopiano di Anopoli con i suoi villaggi
- se il tempo lo permettesse, una gita a Gavdos.
Le spiagge di Chora Sfakion
Nel paese, quasi non ci sono spiagge. Ne troviamo infatti una soltanto, che si chiama Vrisi Beach. Si tratta di una spiaggetta di sabbia mista ciottoli, quasi una caletta più che altro, ma comunque molto piacevole e caratteristica, e che si fa vivere anche per molte ore senza stancarsi. Per le altre, invece ci si deve allontanare: a piedi si raggiungono Ilingas e Glyka Nera (quest'ultima una passeggiata più lunga) mentre per le altre, si deve salire in macchina.
Chora Sfakion è perfetta per chi cerca tranquillità
Insomma dopo un viaggio nella Creta più remota, selvaggia, agreste e indomabile, ci si può concedere il lusso di essere frivoli. Si possono fare due passi tra negozietti turistici che vendono prodotti locali, e si possono comprare grissini da portare agli amici in un forno da mangiare con gli occhi.
Poi c’è una bellissima e nuova veranda che protegge i classici ristoranti a pelo d’acqua. Chora Sfakion è tutta qui. Sembra il centro del mondo, e lo è, ma è piccolissima lo stesso!
Quella strada da dipanare al contrario ora appare rinvigorente, piena di attese e aspettative.
Un po’ come la Domenica del di di festa: è l’attesa dell’evento il momento magico, non la festa stessa. Adesso Chania e Rethymno sono a soli 70 km, ormai vicine. Già fanno pregustare il mondo degli uomini cittadini, con il suo fascino, i suoi problemi. Una tempesta che esplode di vita e azione, a volte crudele, a volte bellissima.