Loutro
Loutro, la dispettosa
Loutro ci vuole prendere in giro. Probabilmente, è uno dei luoghi più assurdi, unici, se vogliamo mitologici che si possono avere la fortuna di incontrare durante una vacanza a Creta. La sua stessa esistenza, chiamiamola sopravvivenza, irride il povero cittadino.
Cosa ci fa ancora vivo in questo mondo iperconnesso un gruppetto di case così, isolato da qualsiasi cosa, schiacciato tra un muro di montagne e il mare, refrattario al resto del mondo? Perché esiste ancora?
Quante domande senza risposta. Un dispetto mica si giustifica. Si è così per attitudine. Noi schiavi dell’automobile, autobus, metro, negozi, supermercati, code, semafori, cemento, ascensori. Loutro non ha nulla di tutto questo e se la ride alle nostre spalle. Non sa parlare inglese, ma aveva capito ben prima di Ludwig Mies van der Rohe che less is more.
Che senso ha quindi sopravvivere qui, con solo un sentiero oppure 3 miglia nautiche da solcare come uniche via di accesso al resto del mondo?
Oggi, non si è mica capito. Un tempo, era tutta un’altra storia, anzi, altre storie.
LOUTRO DALLE 4 VITE
In principio c’era Phoenix, il porto di una città ellenistica di una certa importanza, Anopolis. Ancora oggi la si può scoprire preparandosi ad una camminata su un erto sentiero, oltrepassata la montagna che racchiude la baia. Quando gli inverni erano troppo duri, Loutro diventava il porto invernale della vicina Sfakia, così riparato com’è.
In una delle sue altre vite, magari non 7 come i gatti ma almeno 4, i pirati saraceni la usavano come base per uscire a saccheggiare le imprudenti navi che avessero avuto l’ardire di costeggiare la costa sud cretese. Ordine e disciplina portarono i veneziani, rotti solo dal disordinato andirivieni dei turisti di oggi, che animano (e amano) Loutro per almeno 3 delle 4 stagioni all’anno.
SI SPENGONO I MOTORI
Di Loutro quello che porta a casa è innanzitutto il silenzio. Per una volta, come forse in Grecia accade solo a Hydra e Telendos, si assapora un modo di vivere antico. Un microscopico molo, carretti pieni di casse di frutta e alimentari, portati a spalla in cambusa e in cucina. Per tutto il resto c’è la barca, che qui non puoi non avere, anche solo che per fare la spesa. I turisti, specie fuori stagione, li vedi arrivare a piedi, alla chetichella come i veri escursionisti, con zaini e scarponcini. Una volta in paese, appoggiano lo zaino a terra, si siedono al primo bar che trovano, e si godono il mare azzurro spegnendo la sete con il drink preferito. La notte, poi, il silenzio è assoluto, rotto solo da qualche gabbiano e dallo scroscio delle onde. Ineluttabili come lo scorrere del tempo.
A LOUTRO NON CI SONO AUTO
Non fatevi ingannare dalla foto qua sotto. È un pick-up di servizio che muove le gomme al massimo tra quel parcheggio lì e il traghetto di fronte. Pensare che la prima volta volevamo venirci in macchina io e Katerina. Avevamo in programma di proseguire sino a Paleochora e ci avrebbe fatto piacere sbarcare con l’auto per un paio d’ore, sedersi in uno dei bar del porticciolo e spezzare la lunghezza del viaggio. Non avevamo fatto i conti con la piccolezza del molo di Loutro. È così piccolo che non c’è letteralmente spazio per le macchine. Non potrebbero scendere, non avrebbero spazio per fare manovra, e ruberebbero spazio ai carretti trainati a mano!
QUANDO SI DICE DUE PASSI IN RIVA AL MARE
Chiunque sbarchi a Loutro rimarrà inevitabilmente stupito dall’architettura del paesino. Che poi architettura è parola grossa: basta una riga di case su un lungomare di un due tre metri al massimo e sarà tutto dire. Lo stile comunque è quello giusto, quello greco. Bianco latte e azzurro mare dominano il contrasto cromatico, e per una volta, siamo lontani dalle Cicladi. Passeggiando per Loutro lo spazio è sempre angusto, ci sono giusto i centimetri necesessari per le verande a fare ombra, e i tavolini/dehors. In totale Loutro si esaurisce in nemmeno 500 metri di “promenade”. È niente ma è tutto, e lo si percepisce con una distinta “pienezza”. Non servirebbe nulla di più! Birre fresche non mancano mai, gelati nemmeno, frappè-con-pagoto figurarci. C’è anche un minimarket: ma è quasi un orpello inutile. Chi si ferma a Loutro non ha voglia di mettersi in casa a spadellare, non ne varrebbe la pena. Qu si viene a cercare l’ebbrezza di non dover fare niente, perché ogni movimento è fatica sprecata.
LE SPIAGGE
Con un mare strepitoso come questo, le spiagge di Loutro hanno gioco facile ad essere fantastiche. Ce ne sono almeno cinque, per nulla poche. Questo giustifica senza difficoltà un pernottamento in paese di due tre notti, anche di più per chi ama prendersela comoda e le cose belle ama viverle piano, e tuffo dopo tutto. Vediamo velocemente quali sono!
- La spiaggia centrale, attrezzata, è proprio a metà della baia, in pieno paese. Attrezzata con lettini, e wifi e poco caotica nonostante sia l’ombelico del mondo. Ci penserà l’hotel retrostante a fare il padrone di casa, l’acqua è trasparentissima, e la è sabbia di “ciottoli granulosi”, molto comodi. C’è veramente da diventare i re dell’ombrellone! Per chi conosce la Liguria, a me e Katerina ha tanto ricordato il fare il bagno a San Fruttuoso, nel parco di Portofino, dove siamo di casa.
- La seconda spiaggia, altrettanto bella (è solo pochi metri più in là), proprio dove finisce l’abitato, al lato opposto degli ormeggi dei traghetti, si chiama Akrogiali ed è appannaggio del bar omonimo.
- Scollinato dietro il paese, si trova la spiaggia che forse preferiamo, Finikas Beach, ad una ventina di minuti di sentiero. Ha una scenografia bellissima e due taverne / studios per rimpinzarsi di pesce quando il sole scotta troppo. Tanti turisti, che magari si fermano a Loutro solo un paio d’ore, non ne conoscono nemmeno l’esistenza. Peggio per loro, e meglio per noi che abbiamo deciso di non cedere alla tentazione della solita visita mordi e fuggi.
- Ancora più in là, raggiungibile comodamente in taxi boat, c’è una delle spiagge più famose della zona. Si tratta di Lykos Beach, selvaggia, caraibica e indimenticabile.
- Oltre Lykos, ci si può arrivare sempre a piedi e anche in caicco, c’è Marmara Beach, con taverna e lettini, e ciottoli multicolore.
GLYKA NERA È LA SPIAGGIA PIÙ FAMOSA
Cinque spiagge per un posto tutto rocce come Loutro non sono mica poche. Ma i cretesi vogliono trattarsi bene e la più bella, e la più famosa, non è una di queste. La superstar della zona si trova a metà strada verso Sfakia e si chiama Glyka Nera (Sweet water in inglese nei cartelli). Glyka Nera Beach è una delle spiagge più famose di tutta Creta e ed è veramente stupenda! È attrezzata con lettini e ombrelloni (2 lettini e 1 ombrellone circa €7), è di ciottoli pattini misti sabbia, con alberi per ripararsi all’ombra. Un ristorante/bar sull’acqua aiuta a staccare dai bagni e rinfrescarsi un pò, e in più ha una caratteristica unica. Una sorgente di acqua dolce sgorga freschissima, un vero godere in estate. Da questa, appunto, la spiaggia prende il nome. Il mare di Glyka Nera è, non ci sarebbe neanche da dirlo, pulitissimo e anche a ferragosto la gente non è mai troppa. Ci si arriva in taxi boat al prezzo di circa €8 andata e ritorno a persona. Per chi vuole risparmiare, si può fare a piedi in circa mezz’ora di sentiero, sempre ben segnalato. Tra l’altro, è lo stesso che permette di arrivare a piedi proprio a Sfakia, è una tratta del famoso E4 che percorre tutta Creta.
DUE PAESI INSEPARABILI
Sfakia e Loutro sono sempre insieme. Non ci sarebbe l’uno senza l’altra, sembra quasi. Come se Chora Sfakion esistesse solo per prendere il traghetto per Loutro e Loutro non avrebbe cibo, rifornimenti, medici e panificio senza Chora Sfakion (il che è vero). E pensare che non sono nemmeno 50 le persone che vivono questo eremo dorato tutto l’anno. Vivono di pesca e di pensioni, e non si fanno troppi problemi se la nave del giorno è cancellata, anzi meglio: magari il postino con la bolletta da pagare arriverà qualche giorno dopo…
COME ARRIVARE E RAGGIUNGERE LOUTRO
Arrivare è facile quanto mai: è una delle mete più classiche e ambite tra le gite che si possono fare a Creta meridionale. Si prende un’auto a noleggio a Chania, si guida in queste strade delle meraviglie che scavalcano le montagne per parcheggiare dove finisce la terra, a Hora Sfakion. Da Chania non sono nemmeno due ore. Poi si parcheggia, si prende un caffè e si fa colazione, si stacca un biglietto del traghetto, e si prende il battello. Aguzzando la vista, il paese appare già in lontananza, puntino bianchissimo all’orizzonte. La barca è la stessa che a volte arriva a Gavdos e Agia Roumeli, va terribilmente piano ma è stabilissima, e ci mette un’ora per arrivare. Il costo di un panino. Ci sono almeno 5 corse al giorno in alta stagione, e i biglietti si fanno solo sul posto. Gli orari sono sul sito di Anendyk Lines.
LE GOLE DI SAMARIA SONO DIETRO L’ANGOLO
Tutti o quasi i traghetti che fermano a Loutro, escluse alcune corse che fanno solo avanti e indietro con Chora Sfakion, proseguono per Agia Roumeli, la “stazione” terminale della Gola di Samaria, e alcuni giorni la settimana proseguono sino alla remota e bellissima isola di Gavdos. È l’itinerario classico che chiunque scenda sud di Chania si troverà a dover percorrere. Ci siamo chiesti spesso se ci piaccia di più Loutro oppure Agia Roumeli, dove ci piacerebbe di più scappare a scrivere ancora più pagine per Grecia Mia. Entrambi sarebbero posti perfetti. Loutro è più bella, più perfettina per quanto possa esserlo un angolo di mondo come questo. Agia Roumeli è più grezza, rustica, meno Hemingway e più Bukowski. Tutto sta al vostro stile di lettura. Ma visto che un buon libro tira l’altro, e c’è solo un’ora di battello tra le due, consigliamo di arricchire la propria libreria personale visitandole entrambe.
I NOSTRI HOTEL A LOUTRO
Loutro pullula di hotel e studios, potevamo scegliere e abbiamo inserito in Grecia Mia il nostro preferito. Si avrà una bellissima vista mare aperta dal balcone, e camere arredate con buon gusto, pulitissime e con un rapporto qualità/prezzo semplicemente perfetto. Fermarsi a dormire a Loutro è di solito una di quelle scelte che tutti “vorrebbero ma non posso”. Non tanto per il costo delle camere, ma perchè sono tutti presi dalla frenesia di vedere il più possibile, e si spaventano ci sia troppo da fare e da vedere per fare tappa per davvero. Ebbene sbagliano, perchè è un’esperienza davvero unica.